RDW 2019 | Partecipazione all’esposizione internazionale “Verso una ruralità critica”

Rural Design Week 2019: Esposizione Internazionale “Verso una ruralità critica”, San Potito Sannitico (CE). La scadenza per inviare le proposte è il 5 maggio 2019

Apre il bando per partecipare all’esposizione internazionale “Verso una ruralità critica” che si terrà nell’ambito della prima edizione della Rural Design Week a San Potito Sannitico (CE) dal 31 maggio al 9 giugno 2019.

Artisti, designer, architetti, startupper e ricercatori di tutto il mondo sono invitati a confrontarsi, in primis, ma non esclusivamente, con quelle che sono le risorse – materie prime, scarti di produzione, tecniche costruttive, artigianato – del territorio del Matese che ospiterà la prima edizione mondiale della RDW 2019 e potranno concorrere a tre categorie, così definite:

  • Categoria A: Oggetti di rural design/design sistemico
  • Categoria B: Nuovi materiali a base naturale
  • Categoria C: Progetti o processi ispirati ai principi dell’economia circolare e del design sistemico

Selezione delle proposte

Una giuria internazionale selezionerà le opere che saranno esposte in modalità diffusa negli spazi del comune di San Potito e delle aree limitrofe dal 31 maggio al 9 giugno 2019 e proclamerà tre vincitori (uno per categoria) che riceveranno un premio di €1.500 ciascuno.
Oltre ai premi per ciascuna categoria, verrà assegnata anche una menzione speciale: una residenza artistica di un mese presso l’Art Center “La Regenta” (Las Palmas de Gran Canaria).


La scadenza per inviare le proposte è il 5 maggio 2019.
Per informazioni e per partecipare al bando consultare il sito www.ruraldesignweek.com
Per qualunque richiesta è possibile inviare un’email a [email protected]
Il programma della Rural Design Week 2019 è in via di definizione, tutti gli aggiornamenti saranno pubblicati sul sito e sulle pagine Facebook e Instagram dell’evento.
https://www.facebook.com/ruraldesignweek/
https://www.instagram.com/ruraldesignweek

Progetto Ri-AGRI Sele

Progetto finanziato dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l’Europa investe nelle zone rurali

Gli allevamenti di bufala Mediterranea costituiscono una delle principali risorse economiche della provincia di Salerno, con oltre 500 aziende e circa 80.000 capi allevati.
Perché ci sia sviluppo sostenibile è però necessario che questa preziosa risorsa economica si adegui alle richieste delle normative in materia di tutela ambientale. Oltre alla ormai più che ventennale Direttiva Nitrati, è di futura emanazione anche la National Emission Ceilings Directive (NECD) che imporrà la riduzione delle emissioni di ammoniaca oltre che di altri gas quali i VOC non metanigeni, soprattutto dall’agricoltura e in particolare dagli allevamenti zootecnici. Come difatti riporta il rapporto ambientale del 2016 dell’European Environment Agency l’agricoltura e in special modo gli allevamenti zootecnici, sono responsabili per il 94% dell’emissioni totali di ammoniaca dei paesi EU-28. La volatilizzazione dell’ammoniaca rappresenta una delle principali vie di perdita dell’azoto, comportando quindi una riduzione dell’efficienza della produzione agricola.
È pertanto necessario attuare misure di mitigazione degli impatti potenziali derivanti da pratiche agricole poco attente all’ambiente.

Il progetto “Riduzione delle emissioni di Ammoniaca e Gestione delle Risorse Idriche nella piana del Sele” (RiAGRI – Sele) che verrà presentato il 22 marzo 2019 ad Altavilla Silentina, si pone l’obiettivo, di sensibilizzare gli allevatori bufalini della Provincia di Salerno, al problema delle emissioni di ammoniaca e all’ottimizzazione delle risorse idriche e alla protezione del suolo agricolo attraverso attività divulgative e dimostrative in provincia di Salerno.
Particolare attenzione sarà data anche alla comprensione delle opportunità di miglioramento aziendale offerte dall’implementazione di tecniche a basso impatto ambientale supportate tra l’altro dal PSR della Regione Campania.

Partner

Capofila: Università degli studi di Napoli “Federico II” (UNINA-DIA)

Imprese agricole/forestali: le imprese “Cammarano Andrea”; “Cammarano Domenico”;“Eredi di Gaetano Iemma Società Agricola”;“Iemma Pierri Gennaro”; “Romanzi Paola”; “Società agricola di Maio Srl”; “Di Masi Stefano”; “Belmonte Luigi”; “Lettieri Antonio”; “Antonio Palmieri ”

Associazioni rappresentative di interessi diffusi e collettivi:  le associazioni Ru.De.Ri., “Rural Design per la Rigenerazione dei Territori”; Legambiente; ASA Napoli

Enti di ricerca: Dipartimento di Agraria Università degli Studi di Napoli Federico II

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    INVENTARIO: Mappatura creativa del Matese

    Programma Workshop

    * Tutti gli itinerari proposti verranno realizzati anche in caso di bel tempo (cit. Vaghe Stelle) quindi portate tutto quello che vi occorre, oltre al k-way anche un cappellino e la crema solare, che non si sa mai!

    * Si consiglia un abbigliamento comodo e scarpe da ginnastica (o da trekking per l’itinerario di domenica pomeriggio).

    * Per poter documentare e poi inserire i punti sulla mappa – nel corso delle esplorazioni o al ritorno a casa – i partecipanti sono invitati a portare con sè macchina fotografica e/o smartphone e/o tablet, e anche un semplice taccuino per appunti.

    Sabato 14 Aprile 2018

    Ore 14:30 ritrovo alla Pro Loco di San Potito Sannitico

    Ore 14:30 ritrovo al centro polifunzionale ex-GEZOOV (San Potito Sannitico)

    Dopo una breve introduzione del progetto partiremo per il primo itinerario di esplorazione e mappatura in zone incerte tra rurale e urbano, agricolo e industriale.
    Invitiamo tutti a venire in bicicletta perché il primo itinerario sarà percorso con questo mezzo che ci sta molto a cuore. La bicicletta infatti non solo non inquina ma ci aiuterà anche a vedere, a una velocità diversa, territori che spesso attraversiamo di fretta e senza prestarvi molta attenzione (IMPORTANTE: se non avete una bici e volete partecipare avvisateci e faremo in modo di trovare una bici anche per voi!).

    Domenica 15 Aprile 2018

    Ore 10:00 ritrovo alla Biblioteca di Piedimonte Matese

    Dopo qualche minuto di introduzione per gli amici che si sono persi l’itinerario di sabato pomeriggio partiremo alla volta del secondo percorso, che verrà fatto a piedi. Esploreremo angoli magici e nascosti, ma spesso dimenticati e abbandonati, del cuore storico e culturale del Matese.

    14:30 ritrovo al Palazzo Ducale di Piedimonte Matese

    Dopo qualche minuto di introduzione per gli amici che si sono persi il primo e il secondo itinerario, partiremo alla volta del terzo percorso. Questo itinerario, realizzato in collaborazione con l’associazione Love Matese, ci permetterà di cogliere altre particolarità del sistema Matese: pochi centri urbani collegati fra loro da una rete di sentieri di montagna.

    Giovedì 3 Maggio 2018

    Ore 21:00 presentazione di “Inventario” e proiezione di “Piccola Terra” 

    Ore 21:00 In occasione del Festival Altre Prospettive (San Potito Sannitico, 26 aprile – 12 maggio) Ru.De.Ri presenta Inventario: mappatura creativa del paesaggio del Matese, al Teatro comunale di San Potito Sannitico.
    Nella stessa serata verrà proiettato “Piccola Terra” (2012), un film di Michele Trentini che racconta il paesaggio terrazzato della Valbrenta e le storie delle donne e degli uomini che attraverso l’iniziativa “Adotta un terrazzamento”, stanno cercando non solo di contrastare l’abbandono ma anche di inniettare nuove energie per ri-abitare queste montagne. 

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    Storia del Matese

    La storia del Matese ha origine nel Mesozoico.
    In quel periodo il Matese ancora non esisteva e al suo posto c’era il golfo di un immenso oceano: la Tetide.
    Circa 50 milioni di anni fa, nel Paleocene, la placca Africana – nel continuare la sua avanzata verso nord – comincia a chiudere la Tetide, dando inizio all’orogenesi appenninica e al sollevamento del Matese dai fondali. Nell’Eocene, la Tetide finalmente si chiude lasciando il posto al Mar Mediterraneo. Ancora oggi, il Matese, è un’isola sull’Appennino meridionale, ricca e lussureggiante. In alto mare.

    Compreso fra due regioni (Molise e Campania) e quattro province (Campobasso, Isernia, Caserta e Benevento) questo massiccio montuoso dell’Appennino sannita è diventato Parco regionale dal 1993. L’area, vasta oltre 33.000 ettari, non è omogenea dal punto di vista geomorfologico e socio-economico e non può essere intesa in maniera unitaria, l’economia è piuttosto debole e risente pesantemente dello spopolamento avvenuto nel secondo dopoguerra e della scarsa integrazione tra le diverse attività produttive.

    Margini

    Nell’immaginario collettivo il Matese, come gran parte del Sud Italia, è un margine. Ma il margine è anche un’occasione, la terra promessa di pionieri ed esploratori oltre che un dispositivo culturale. Attraverso INVENTARIO quello che ci proponiamo è proprio di esplorare questo margine. Lo faremo con il corpo ma anche con la fotografia e le nuove e vecchie tecnologie, in quanto strumenti capaci di muoversi tra gli steccati disciplinari e settoriali, così come di varcare frontiere spazio-temporali, ispirare progettualità, riposizionamenti e, soprattutto, contribuire alla ridefinizione stessa di concetti e convenzioni.

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    Cosa sono i catasti comunali?

    I catasti comunali hanno origini molto antiche e sono da sempre costituiti da documenti, mappe e atti vari che permettono di individuare la superficie, i possessori, e la cronistoria delle mutazioni dei beni immobili esistenti sul territorio dello Stato che appartengono tanto a soggetti privati che pubblici (comprese le superfici occupate da strade e acque). Questa modalità di archiviazione, pur utilissima, è tuttavia espressione anche di rappresentazioni e convenzioni che vanno, spesso, rimesse in discussione per poter avviare dei processi di rigenerazione. Chi stabilisce cosa è un bene? Cosa è marginale e cosa centrale? Quali elementi e attività sono risorse e quali carenze?

    Queste nozioni e convenzioni rivestono un ruolo cruciale nei nostri stili di vita, così come nelle scelte abitative e di investimento di singoli e organizzazioni. Avviare, come ci proponiamo con INVENTARIO, un percorso di indagine e mappatura che porti alla realizzazione di un nuovo tipo di catasto ci è pare quindi un’impresa non più rimandabile. Bisogna costruire collettivamente catasti distribuiti e aperti che contengano anche tracce della componente emotiva legata a questi beni, così come degli immaginari e dell’immaginazione che li plasmano non solo per poter scandagliare, comprendere e documentare i territori che abitiamo tutti i giorni, ma anche per poter agire una prospettiva e un’intenzione diversa, e far emergere, insieme alle caratteristiche oggettive, alle difficoltà e alle contraddizioni, anche il potenziale delle risorse – (ri)conosciute e non – di un territorio.