In/Out

Installazione site-specific nell’ambito del progetto Via Appia Scena No Made, Gravina in Puglia, ottobre 2017
Articolo su Bioarchitettura, n.107/2018

L’installazione site specific In/Out è stata realizzata nell’ambito del progetto Via Appia Scena No Made: una proposta organica di formazione, produzione creativa e distribuzione culturale ideata dall’associazione Grad Zero/Archivio Liquido dell’Identità.
La prima fase del progetto, svoltasi nel settembre 2017 a Polignano a Mare e poi in ottobre a Gravina in Puglia, ha innescato un percorso creativo e di osservazione del territorio che ha unito artisti, architetti, educatori, ricercatori e società civile.
I viandanti-narratori, invitati a prendere parte al progetto Via Appia Scena No Made, e ospitati nei luoghi che la regina viarum nel corso dei secoli ha attraversato e plasmato, hanno messo al centro dei loro interventi lo spazio fisico e relazionale, presente e passato, prodotto dalla Via Appia.

In/Out è stata ideata e realizzata nell’ex-convento di Santa Sofia a Gravina in Puglia. Un luogo di raccoglimento e di accoglienza situato nel centro storico di Gravina e da poco riaperto al pubblico, che esprime pienamente quell’ambivalenza che caratterizza tutta la parte storica della città, e materializza il dialogo e la tensione costante tra dentro-fuori, visibile-invisibile, città aerea ed ipogea.
In/Out è un’opera leggera che interagisce in modo organico e non invasivo con l’ambiente denso ma essenziale dell’ex-convento. Un’opera che, come la Via Appia, si fa idealmente e materialmente strada, tragitto, orizzonte. Rete, matassa, crocevia. Un dispositivo che accoglie, mescola e connette gli altri interventi e le urgenze del progetto Appia Scena No Made.
Realizzata in modo estemporaneo con materiali e oggetti semplici di uso e riuso quotidiano, l’opera consiste in un fascio di fili di lana che, ancorati alla parte alta dei lati del chiostro, formano una chioma colorata. Come attraversa un prisma, la luce corre sui fili di lana e si scinde in raggi colorati che, dirottati da setacci di legno, raggiungono i sotterranei del convento attraverso la bocca di un antico pozzo. Qui i fili diventano gomitoli, trame, percorsi e passi solo accennati, che uniscono la “Gravina di sopra” alla “Gravina di sotto”.


Foto di Giuliana Conte

Partner

Via Appia Scena No Made (direzione artistica di Paolo De Falco), sostenuto dal Ministero dei Beni e della Attività Culturali e del Turismo e dalla Regione Puglia, è un progetto ideato dall’Associazione Grad zero in collaborazione con l’associazione Ru.De.Ri.

  • 00_LOGO_RUDERI-BIG

    INVENTARIO: Mappatura creativa del Matese

    Programma Workshop

    * Tutti gli itinerari proposti verranno realizzati anche in caso di bel tempo (cit. Vaghe Stelle) quindi portate tutto quello che vi occorre, oltre al k-way anche un cappellino e la crema solare, che non si sa mai!

    * Si consiglia un abbigliamento comodo e scarpe da ginnastica (o da trekking per l’itinerario di domenica pomeriggio).

    * Per poter documentare e poi inserire i punti sulla mappa – nel corso delle esplorazioni o al ritorno a casa – i partecipanti sono invitati a portare con sè macchina fotografica e/o smartphone e/o tablet, e anche un semplice taccuino per appunti.

    Sabato 14 Aprile 2018

    Ore 14:30 ritrovo alla Pro Loco di San Potito Sannitico

    Ore 14:30 ritrovo al centro polifunzionale ex-GEZOOV (San Potito Sannitico)

    Dopo una breve introduzione del progetto partiremo per il primo itinerario di esplorazione e mappatura in zone incerte tra rurale e urbano, agricolo e industriale.
    Invitiamo tutti a venire in bicicletta perché il primo itinerario sarà percorso con questo mezzo che ci sta molto a cuore. La bicicletta infatti non solo non inquina ma ci aiuterà anche a vedere, a una velocità diversa, territori che spesso attraversiamo di fretta e senza prestarvi molta attenzione (IMPORTANTE: se non avete una bici e volete partecipare avvisateci e faremo in modo di trovare una bici anche per voi!).

    Domenica 15 Aprile 2018

    Ore 10:00 ritrovo alla Biblioteca di Piedimonte Matese

    Dopo qualche minuto di introduzione per gli amici che si sono persi l’itinerario di sabato pomeriggio partiremo alla volta del secondo percorso, che verrà fatto a piedi. Esploreremo angoli magici e nascosti, ma spesso dimenticati e abbandonati, del cuore storico e culturale del Matese.

    14:30 ritrovo al Palazzo Ducale di Piedimonte Matese

    Dopo qualche minuto di introduzione per gli amici che si sono persi il primo e il secondo itinerario, partiremo alla volta del terzo percorso. Questo itinerario, realizzato in collaborazione con l’associazione Love Matese, ci permetterà di cogliere altre particolarità del sistema Matese: pochi centri urbani collegati fra loro da una rete di sentieri di montagna.

    Giovedì 3 Maggio 2018

    Ore 21:00 presentazione di “Inventario” e proiezione di “Piccola Terra” 

    Ore 21:00 In occasione del Festival Altre Prospettive (San Potito Sannitico, 26 aprile – 12 maggio) Ru.De.Ri presenta Inventario: mappatura creativa del paesaggio del Matese, al Teatro comunale di San Potito Sannitico.
    Nella stessa serata verrà proiettato “Piccola Terra” (2012), un film di Michele Trentini che racconta il paesaggio terrazzato della Valbrenta e le storie delle donne e degli uomini che attraverso l’iniziativa “Adotta un terrazzamento”, stanno cercando non solo di contrastare l’abbandono ma anche di inniettare nuove energie per ri-abitare queste montagne. 

  • 00_LOGO_RUDERI-BIG

    Storia del Matese

    La storia del Matese ha origine nel Mesozoico.
    In quel periodo il Matese ancora non esisteva e al suo posto c’era il golfo di un immenso oceano: la Tetide.
    Circa 50 milioni di anni fa, nel Paleocene, la placca Africana – nel continuare la sua avanzata verso nord – comincia a chiudere la Tetide, dando inizio all’orogenesi appenninica e al sollevamento del Matese dai fondali. Nell’Eocene, la Tetide finalmente si chiude lasciando il posto al Mar Mediterraneo. Ancora oggi, il Matese, è un’isola sull’Appennino meridionale, ricca e lussureggiante. In alto mare.

    Compreso fra due regioni (Molise e Campania) e quattro province (Campobasso, Isernia, Caserta e Benevento) questo massiccio montuoso dell’Appennino sannita è diventato Parco regionale dal 1993. L’area, vasta oltre 33.000 ettari, non è omogenea dal punto di vista geomorfologico e socio-economico e non può essere intesa in maniera unitaria, l’economia è piuttosto debole e risente pesantemente dello spopolamento avvenuto nel secondo dopoguerra e della scarsa integrazione tra le diverse attività produttive.

    Margini

    Nell’immaginario collettivo il Matese, come gran parte del Sud Italia, è un margine. Ma il margine è anche un’occasione, la terra promessa di pionieri ed esploratori oltre che un dispositivo culturale. Attraverso INVENTARIO quello che ci proponiamo è proprio di esplorare questo margine. Lo faremo con il corpo ma anche con la fotografia e le nuove e vecchie tecnologie, in quanto strumenti capaci di muoversi tra gli steccati disciplinari e settoriali, così come di varcare frontiere spazio-temporali, ispirare progettualità, riposizionamenti e, soprattutto, contribuire alla ridefinizione stessa di concetti e convenzioni.

  • 00_LOGO_RUDERI-BIG

    Cosa sono i catasti comunali?

    I catasti comunali hanno origini molto antiche e sono da sempre costituiti da documenti, mappe e atti vari che permettono di individuare la superficie, i possessori, e la cronistoria delle mutazioni dei beni immobili esistenti sul territorio dello Stato che appartengono tanto a soggetti privati che pubblici (comprese le superfici occupate da strade e acque). Questa modalità di archiviazione, pur utilissima, è tuttavia espressione anche di rappresentazioni e convenzioni che vanno, spesso, rimesse in discussione per poter avviare dei processi di rigenerazione. Chi stabilisce cosa è un bene? Cosa è marginale e cosa centrale? Quali elementi e attività sono risorse e quali carenze?

    Queste nozioni e convenzioni rivestono un ruolo cruciale nei nostri stili di vita, così come nelle scelte abitative e di investimento di singoli e organizzazioni. Avviare, come ci proponiamo con INVENTARIO, un percorso di indagine e mappatura che porti alla realizzazione di un nuovo tipo di catasto ci è pare quindi un’impresa non più rimandabile. Bisogna costruire collettivamente catasti distribuiti e aperti che contengano anche tracce della componente emotiva legata a questi beni, così come degli immaginari e dell’immaginazione che li plasmano non solo per poter scandagliare, comprendere e documentare i territori che abitiamo tutti i giorni, ma anche per poter agire una prospettiva e un’intenzione diversa, e far emergere, insieme alle caratteristiche oggettive, alle difficoltà e alle contraddizioni, anche il potenziale delle risorse – (ri)conosciute e non – di un territorio.