RDW 2019 | Partecipazione all’esposizione internazionale “Verso una ruralità critica”

Apre il bando per partecipare all’esposizione internazionale “Verso una ruralità critica” che si terrà nell’ambito della prima edizione della Rural Design Week a San Potito Sannitico (CE) dal 31 maggio al 9 giugno 2019.
La scadenza per inviare le proposte è il 5 maggio 2019.
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RDW 2019 | Partecipazione all’esposizione internazionale “Verso una ruralità critica”

Progetto Ri-AGRI Sele

Il 22 marzo 2019 ad Altavilla Silentina Ru.De.Ri. presenta RIAGRI: "Riduzione delle emissioni di Ammoniaca e Gestione delle Risorse Idriche nella piana del Sele". Il progetto si pone l’obiettivo di sensibilizzare gli allevatori bufalini della Provincia di Salerno al problema delle emissioni di ammoniaca e all’ottimizzazione delle risorse idriche e alla protezione del suolo agricolo attraverso attività divulgative e dimostrative in provincia di Salerno.
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Progetto Ri-AGRI Sele

INVENTARIO: Mappatura creativa del Matese

INVENTARIO: Mappatura creativa del paesaggio del Matese, è sia una mappa online che la fase preliminare progettata dall’associazione Ru.De.Ri per avviare dei percorsi di rigenerazione in territori caratterizzati da situazioni di abbandono, sotto-utilizzo e degrado delle risorse naturali e culturali.
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INVENTARIO: Mappatura creativa del Matese

I nidi di San Lorenzo Maggiore

Residenze artistiche, laboratorio tra le strade cittadine e Premio d'Arte Internazionale (agosto 2015)
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I nidi di San Lorenzo Maggiore

In/Out

In/Out è un'installazione site-specific ideata e realizzata nell’ex-convento di Santa Sofia a Gravina in Puglia nell'ambito del progetto Via Appia Scena No Made.
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In/Out

Oasi di Città: giovani formano la città

Un workshop sul recupero di aree abbandonate del Lido di Venezia, per mettere a tema il possibile riutilizzo degli spazi medesimi e includere attivamente i cittadini nella loro progettazione.
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Oasi di Città: giovani formano la città

Rural Art | Altre possibili rivoluzioni del filo di paglia

Laboratorio di arte pubblica e rural design sul Monte Corgnon, Museo diffuso di Lusiana (VI) (29 aprile - 1 maggio 2017)
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Rural Art | Altre possibili rivoluzioni del filo di paglia

PERSPECTIVE (People for Regenerated Spaces: Environmental Culture Towards InvolVEment)

Progetto europeo dedicato ai temi della rigenerazione urbana, inserito nel programma per il Lifelong Learning dell'Unione Europea (GRUNDTVIG Learning Partnerships). Ru.De.Ri è stata coinvolta come caso di studio per l'esperienza maturata nel campo della rigenerazione rurale e urbana.
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PERSPECTIVE (People for Regenerated Spaces: Environmental Culture Towards InvolVEment)

I giardini in movimento di San Potito

"I giardini in movimento di San Potito" è un laboratorio realizzato nell'ambito del "Fate Festival 2015" con un chiaro riferimento al libro "Il giardino in movimento" di Gilles Clément, paesaggista francese.
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I giardini in movimento di San Potito

Architetture viventi, costruire con canne palustri e bambù

Laboratorio di rural design destinato a ragazzi tra i 16 e i 21 anni partecipanti al progetto Bakeka 1621.
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Architetture viventi, costruire con canne palustri e bambù

Scopo dell’associazione Ru.De.RI e’ di agire da connettore territoriale, supportando la capacita’ di innovare di aree interne, montane e rurali, facendo leva sulle loro risorse: esse sono infatti luoghi di interazione e dall’enorme ricchezza ambientale, paesaggistica e culturale.

Progettazione

Ci occupiamo di progettazione e facilitazione di processi di rigenerazione territoriale e di strategie di sviluppo locale.

Eventi

Organizziamo e collaboriamo attivamente alla realizzazione di eventi che possano favorire il coinvolgimento delle comunità locali e la ri-valutazione e ri-definizione di concetti chiave come quello di territorio, identità, risorse.

Laboratori

Realizziamo workshop, interventi site-specific e residenze artistiche come strumenti capaci di innescare processi di cambiamento e re-interpretazione dell’esistente.

News

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    INVENTARIO: Mappatura creativa del Matese

    Programma Workshop

    * Tutti gli itinerari proposti verranno realizzati anche in caso di bel tempo (cit. Vaghe Stelle) quindi portate tutto quello che vi occorre, oltre al k-way anche un cappellino e la crema solare, che non si sa mai!

    * Si consiglia un abbigliamento comodo e scarpe da ginnastica (o da trekking per l’itinerario di domenica pomeriggio).

    * Per poter documentare e poi inserire i punti sulla mappa – nel corso delle esplorazioni o al ritorno a casa – i partecipanti sono invitati a portare con sè macchina fotografica e/o smartphone e/o tablet, e anche un semplice taccuino per appunti.

    Sabato 14 Aprile 2018

    Ore 14:30 ritrovo alla Pro Loco di San Potito Sannitico

    Ore 14:30 ritrovo al centro polifunzionale ex-GEZOOV (San Potito Sannitico)

    Dopo una breve introduzione del progetto partiremo per il primo itinerario di esplorazione e mappatura in zone incerte tra rurale e urbano, agricolo e industriale.
    Invitiamo tutti a venire in bicicletta perché il primo itinerario sarà percorso con questo mezzo che ci sta molto a cuore. La bicicletta infatti non solo non inquina ma ci aiuterà anche a vedere, a una velocità diversa, territori che spesso attraversiamo di fretta e senza prestarvi molta attenzione (IMPORTANTE: se non avete una bici e volete partecipare avvisateci e faremo in modo di trovare una bici anche per voi!).

    Domenica 15 Aprile 2018

    Ore 10:00 ritrovo alla Biblioteca di Piedimonte Matese

    Dopo qualche minuto di introduzione per gli amici che si sono persi l’itinerario di sabato pomeriggio partiremo alla volta del secondo percorso, che verrà fatto a piedi. Esploreremo angoli magici e nascosti, ma spesso dimenticati e abbandonati, del cuore storico e culturale del Matese.

    14:30 ritrovo al Palazzo Ducale di Piedimonte Matese

    Dopo qualche minuto di introduzione per gli amici che si sono persi il primo e il secondo itinerario, partiremo alla volta del terzo percorso. Questo itinerario, realizzato in collaborazione con l’associazione Love Matese, ci permetterà di cogliere altre particolarità del sistema Matese: pochi centri urbani collegati fra loro da una rete di sentieri di montagna.

    Giovedì 3 Maggio 2018

    Ore 21:00 presentazione di “Inventario” e proiezione di “Piccola Terra” 

    Ore 21:00 In occasione del Festival Altre Prospettive (San Potito Sannitico, 26 aprile – 12 maggio) Ru.De.Ri presenta Inventario: mappatura creativa del paesaggio del Matese, al Teatro comunale di San Potito Sannitico.
    Nella stessa serata verrà proiettato “Piccola Terra” (2012), un film di Michele Trentini che racconta il paesaggio terrazzato della Valbrenta e le storie delle donne e degli uomini che attraverso l’iniziativa “Adotta un terrazzamento”, stanno cercando non solo di contrastare l’abbandono ma anche di inniettare nuove energie per ri-abitare queste montagne. 

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    Storia del Matese

    La storia del Matese ha origine nel Mesozoico.
    In quel periodo il Matese ancora non esisteva e al suo posto c’era il golfo di un immenso oceano: la Tetide.
    Circa 50 milioni di anni fa, nel Paleocene, la placca Africana – nel continuare la sua avanzata verso nord – comincia a chiudere la Tetide, dando inizio all’orogenesi appenninica e al sollevamento del Matese dai fondali. Nell’Eocene, la Tetide finalmente si chiude lasciando il posto al Mar Mediterraneo. Ancora oggi, il Matese, è un’isola sull’Appennino meridionale, ricca e lussureggiante. In alto mare.

    Compreso fra due regioni (Molise e Campania) e quattro province (Campobasso, Isernia, Caserta e Benevento) questo massiccio montuoso dell’Appennino sannita è diventato Parco regionale dal 1993. L’area, vasta oltre 33.000 ettari, non è omogenea dal punto di vista geomorfologico e socio-economico e non può essere intesa in maniera unitaria, l’economia è piuttosto debole e risente pesantemente dello spopolamento avvenuto nel secondo dopoguerra e della scarsa integrazione tra le diverse attività produttive.

    Margini

    Nell’immaginario collettivo il Matese, come gran parte del Sud Italia, è un margine. Ma il margine è anche un’occasione, la terra promessa di pionieri ed esploratori oltre che un dispositivo culturale. Attraverso INVENTARIO quello che ci proponiamo è proprio di esplorare questo margine. Lo faremo con il corpo ma anche con la fotografia e le nuove e vecchie tecnologie, in quanto strumenti capaci di muoversi tra gli steccati disciplinari e settoriali, così come di varcare frontiere spazio-temporali, ispirare progettualità, riposizionamenti e, soprattutto, contribuire alla ridefinizione stessa di concetti e convenzioni.

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    Cosa sono i catasti comunali?

    I catasti comunali hanno origini molto antiche e sono da sempre costituiti da documenti, mappe e atti vari che permettono di individuare la superficie, i possessori, e la cronistoria delle mutazioni dei beni immobili esistenti sul territorio dello Stato che appartengono tanto a soggetti privati che pubblici (comprese le superfici occupate da strade e acque). Questa modalità di archiviazione, pur utilissima, è tuttavia espressione anche di rappresentazioni e convenzioni che vanno, spesso, rimesse in discussione per poter avviare dei processi di rigenerazione. Chi stabilisce cosa è un bene? Cosa è marginale e cosa centrale? Quali elementi e attività sono risorse e quali carenze?

    Queste nozioni e convenzioni rivestono un ruolo cruciale nei nostri stili di vita, così come nelle scelte abitative e di investimento di singoli e organizzazioni. Avviare, come ci proponiamo con INVENTARIO, un percorso di indagine e mappatura che porti alla realizzazione di un nuovo tipo di catasto ci è pare quindi un’impresa non più rimandabile. Bisogna costruire collettivamente catasti distribuiti e aperti che contengano anche tracce della componente emotiva legata a questi beni, così come degli immaginari e dell’immaginazione che li plasmano non solo per poter scandagliare, comprendere e documentare i territori che abitiamo tutti i giorni, ma anche per poter agire una prospettiva e un’intenzione diversa, e far emergere, insieme alle caratteristiche oggettive, alle difficoltà e alle contraddizioni, anche il potenziale delle risorse – (ri)conosciute e non – di un territorio.